Bianca Orsi, nata il 20 dicembre 1915 a Salso, è stata una scultrice partigiana che ha lasciato un’impronta significativa sia nella storia dell’arte che nella lotta per la libertà. Fin da giovane, dimostrò un grande talento artistico, che la portò a frequentare l’Accademia di Brera a Milano, dove studiò pittura e scultura sotto la guida di grandi maestri come Aldo Carpi, Achille Funi, Marino Marini e Giacomo Manzù.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Orsi partecipò attivamente alla Resistenza, nascondendo armi sotto la tavolozza dei colori o nella canna della bicicletta, esperienze che segnarono profondamente la sua arte. Le sue opere, realizzate principalmente in legno e metalli come il rame e l’alluminio, spesso raffigurano le figure femminili che esprimono sofferenza, ma anche resilienza e forza.
I suoi lavori riflettono le vicende delle donne che incontrò durante la guerra, raccontando le lotte e i dolori che osservò.
Nonostante avesse la possibilità di studiare a Parigi grazie a una borsa di studio, scelse di rimanere in Italia per ragioni economiche, continuando a creare opere che sono state esposte in collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. La città di Milano ha celebrato la sua memoria e la sua arte con mostre che testimoniano il suo impegno per i diritti e la libertà, così come il suo straordinario contributo alla scultura del Novecento.