
Dal 7 novembre al 3 dicembre 2017 l’Atelier della Fotografia di Porta Venezia presenta la mostra fotografia “MYANMAR – An outdoor lifestyle” di Alessandro Saponaro, un reportage effettuato dal fotografo in Myanmar tra il dicembre 2016 e il gennaio 2017.Il viaggio, che ha toccato Yangon, il Lago Inle, Mandalay e Bagan, è stato percorso principalmente facendo impiego dei trasporti pubblici locali disponibili.
Le immagini in esposizione mostrano come, ben oltre la magnificienza dei templi e la spritualità che permea ogni angolo del Myanmar, l’attenzione del viaggiatore che si conceda di visitare le zone meno battute sa essere sorpresa dalla singolare abitudine di condividere ogni momento della propria vita privata, anche quelli intimi, con sorprendente naturalezza e con contagioso buon umore.
Inaugurazione: mercoledì 8 novembre alle ore 18.30.
La mostra è visionabile dall’esterno durante gli orari di apertura della stazione metropolitana di Porta Venezia ed è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00.
Ingresso libero.
Il popolo birmano si differenzia, rispetto agli altri del sud-est asiatico, per la spiccata propensione a manifestare con sorprendente naturalezza alcune forme della propria intimità in modo aperto e pubbliche.
A partire dell’igiene personale, tabù che gran parte delle comunità condivide con difficoltà persino fra parenti stretti, il birmano esprime la propria natura estremamente aperta, allegra e giocosa.
Colpisce subito l’occhio del viaggiatore come, in buona parte delle abitazioni popolari, lo spazio dedicato alla pulizia personale e domestica sia collocato sul lato aperto dell’edificio, affacciato sulla strada, e non di rado in aree collettive di quartiere.
Di regola esso è arredato con alcuni grandi recipienti in terracotta o in cemento e da una moltitudine di bacinelle di cui gli abitanti, abbigliati di un semplice pareo, si servono in un’atmosfera di gioiosa spensieratezza.
Benché sulle prime si possa pensare che questa scelta sia dettata da una condizione economica precaria, in realtà ci si rende conto ben presto che essa deriva dalla necessità di allegra condivisione che i birmani esprimono in ogni circostanza della loro vita spiccatamente comunitaria.
La stessa inclinazione si osserva ovunque anche il relazione alla preparazione e al consumo del cibo, che hanno immancabilmente luogo all’aperto e a cui non è inconsueto essere invitati a partecipare in qualità di perfetti sconosciuti.
Anche il lavoro, persino nelle sue forme più dure e faticose, in Myanmar si trasforma in un’occasione per conferire cordiale leggerezza all’umana convivenza.
Così come il riposo ristoratore da un lungo pellegrinaggio è vissuto senza alcun riserbo in ogni luogo, anche il più sacro, con assoluta naturalezza.
Ben oltre la magnificienza dei templi e la spritualità che permea ogni angolo del Myanmar, l’attenzione del viaggiatore che si conceda di visitare le zone meno battute viene sorpresa dalla singolare abitudine di condividere ogni momento della propria vita privata con contagioso buon umore.
BIOGRAFIA
Alessandro Saponaro nasce a Roma nel 1972 e, successivamente trasferitosi a Milano, inizia ad avvicinarsi alla fotografia durante l’adolescenza.
Coltiva questa passione durante gli studi classici prima e la laurea in giurisprudenza poi.
In età adulta, affermatosi professionalmente in ambito aziendale, inizia a convogliare il maturato impulso a creare immagini nell’altro grande amore: quello per il viaggio, che lo porta spesso a visitare culture lontane spinto dal continuo desiderio della conoscenza della diversità.
Negli ultimi anni, riscoperta la pellicola in bianco e nero e le vecchie macchine a telemetro, inizia a produrre reportage dei suoi frequenti viaggi e a specializzarsi sempre più in questa disciplina, nella quale profonde grande dedizione e passione.
La curiosità per i popoli lontani non gli impedisce comunque di rappresentare con gli stessi occhi anche la quotidianità meneghina, nell’intento di illustrare i tratti distintivi della metropoli lombarda e dei suoi concittadini.
Nel 2017 ha esposto i suoi reportage in primavera presso lo Spazio Tadini, durante il Photofestival Milano, e in estate presso il Ma.Co.F., partecipando alla collettiva “Give photography a chance” nell’ambito del Brescia Photo Festival.
Un suo scatto è pubblicato nel n° 5, anno VI, della rivista Image Mag.