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La Storia 2017

Finché morte non vi separi

Cuori immersi nel mondo e sguardi puntati dentro se stessi.
Quattro uomini vi raccontano il femminicidio, ovvero sangue che imbeve il presente e annega le menti.
Un percorso di solitudine e annullamento, che culmina in un crimine spaventoso. Quattro uomini diversi per età, pensiero e vissuto hanno cercato di osservare la tematica da una prospettiva scomoda: quella delle vittime.
L’installazione:
Un cuore. Una pistola. Un uomo, una donna, che punta la pistola su stesso, se stessa. Un monumento funebre che conta centosedici vittime. Un bosco inerme, formato da altrettanti tronchi sradicati violentemente dal terreno. Questo quello che si vede dalla vetrina, al sicuro dall’altra parte della lastra di vetro. Come spettatori di uno show vediamo la violenza all’interno di uno schermo e non ce ne accorgiamo, assuefatti dall’odore del sangue, gli occhi abituati alla brutalità quotidiana. Ma è quello che viviamo, spesso in silenzio, ogni giorno. Ogni oggetto è volto a smascherare l’ipocrisia di una società che ignora e infine rifiuta la crudeltà verso il prossimo.
Abbiamo sentito la necessità di farci sentire, di urlare il nostro dolore e di condividerlo con voi.

Un buon punto d’inizio per comprendere l’installazione è l’analisi semantica del termine femminicidio. I mass media utilizzano la parola femminicidio per indicare qualsiasi omicidio perpetrato verso un individuo di sesso femminile: non ha importanza che la vittima sia una moglie, una figlia o una conoscente; non si considera neanche la presenza o meno di premeditazione. Gelosia, tradimenti, inadempienze coniugali, ribellioni e stalking fanno solo da sfondo a uno scenario macabro e sempre più allarmante.

Il significato del termine femminicidio è, tuttavia, ben più ampio di quanto si è portati a pensare.
Lo ha espresso bene Marcela Lagarde, antropologa e politica messicana, tra le prime a teorizzare il concetto:

«La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine -maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria, istituzionale- che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia.»

Il femminicidio non è IL problema, ma piuttosto una tragica conseguenza di altri fattori critici e irrisolti.

Sabato 20/05/2017 INAUGURAZIONE  alle ore 19.00
Aperitivo con gli artisti
A seguire alle 20.45 Let’s talk about Sex – Spettacolo teatrale realizzato dalla Dual Band

Orari di apertura: tutti i venerdì dalle 17.30 alle 20.00 e i sabati dalle 10.00 alle 12.00

Per informazioni: info.lebellearti@fastwebnet.itguizart@virgilio.it.