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Progetto Divertimento Ensamble

26 Ottobre @ 6:30 pm - 8:30 pm

Daniele Bonacina (1998)

Requiem per soprano, voce recitante, ensemble ed elettronica (2025)

Nell’estate del 2021, l’IPCC (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico) ha pubblicato un rapporto che includeva stime aggiornate del bilancio del carbonio. In base a quel rapporto è stato stimato che a partire dal 2020 l’uomo avrebbe potuto rilasciare ulteriori 400 Gt di carbonio nell’atmosfera e avere ancora il 67% di possibilità di limitare l’aumento medio della temperatura terrestre a 1,5°C. Nel 2015 venne ideato il Climate Clock (orologio del clima) per visualizzare, considerando l’attuale andamento delle emissioni, la velocità con cui il pianeta si sta avvicinando all’aumento limite della temperatura di 1,5°C. La data dell’aumento di 1,5°C indicata dall’orologio si avvicina con l’aumento delle emissioni e si allontana con la loro diminuzione. L’orologio viene aggiornato ogni anno per riflettere l’ultima tendenza delle emissioni globali di CO2 e il tasso di riscaldamento del clima. A partire dal 2 aprile 2024, l’orologio conta alla rovescia fino al 21 luglio 2029 alle 12:00 PM. L’orologio è ospitato dallo Human Impact Lab, che fa parte della Concordia University. Di fronte alla drammaticità di tali evidenze è naturale interrogarsi sul ruolo dell’arte e quindi anche della musica, messa a nudo davanti a un’emergenza così grande e che porta spaventosamente vicino al baratro. Al di là di ogni sentimentalismo e buona intenzione cosa può la musica? In qualità di compositore come posso elaborare una proposta artistica che sia intellettualmente onesta? Forse evitando il più possibile un approccio ingenuo o superficiale, cercando ovvero di salvare la realizzazione di un’opera artistica da una qualsiasi ipocrisia o finto moralismo. Presentando la mia proposta desidero dunque avere un approccio il più possibile crudo ed oggettivo, spogliato da inutili e sterili retoriche e – sperando di riuscire nell’intento – aperto a suscitare sensi. Questo Requiem è concepito per essere eseguito in maniera perfettamente sincronizzata al Climate Clock, proiettato in sala durante l’esecuzione. Lo spettatore assisterà ad una porzione del conto alla rovescia, implacabile e ineluttabile.

 

Grazie per l’ascolto

Daniele Bonacina


I testi del Requiem sono tratti da: Apocalisse 8, 1-13

1) Il primo angelo suonò la tromba: grandine e fuoco, mescolati a sangue, scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra andò bruciato, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde andò bruciata.

2) Il secondo angelo suonò la tromba: qualcosa come una grande montagna, tutta infuocata, fu scagliata nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.

3) Il terzo angelo suonò la tromba: cadde dal cielo una grande stella, ardente come una fiaccola, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono a causa di quelle acque, che erano divenute amare.

4) Il quarto angelo suonò la tromba: un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e così si oscurò un terzo degli astri; il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.

5) Il quinto angelo suonò la tromba: vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso; egli aprì il pozzo dell’Abisso e dal pozzo salì un fumo come il fumo di una grande fornace, e oscurò il sole e l’atmosfera.

6) Il sesto angelo suonò la tromba: udii una voce dai lati dell’altare d’oro che si trova dinanzi a Dio. Diceva al sesto angelo, che aveva la tromba: «Libera i quattro angeli incatenati sul grande fiume Eufrate». Furono liberati i quattro angeli, pronti per l’ora, il giorno, il mese e l’anno, al fine di sterminare un terzo dell’umanità.

7) Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti


 

Arnau Gran I Romero (2001)

Plier Plastique pour ciel

per soprano, voce recitante, ensemble (2025)
su testi di Mathieu Nuss

Plier Plastique pour ciel è un’opera per soprano, attore e ensemble, costruita attorno a un nuovo testo dell’autore francese Mathieu Nuss. Strutturata in tre sezioni continue — Attestation du disparu, Chroniques d’un lendemain e À propos de la limite du bleu — l’opera si sviluppa come un percorso disarticolato attraverso vignette testuali frammentate, in cui l’osservazione di fenomeni ambientali contemporanei si intreccia a una poetica del dettaglio, dell’annotazione e della deriva lessicale. Il testo di Nuss, lontano da qualsiasi discorso lineare o argomentativo, accumula visioni, tracce, frammenti di un mondo in trasformazione: microracconti di ecosistemi in crisi, inventari di esseri viventi in via di estinzione, annotazioni quasi scientifiche interrotte da immagini assurde, danzanti, visionarie. Una paletta in un bicchiere, una giraffa contro un grattacielo, cetacei alla deriva, insetti ronzanti, un mare che vira all’aceto: immagini composite in cui il mondo si rivela al contempo concreto e instabile, saturo di segni. Musicalmente, l’opera si muove attraverso le diverse vignette proposte dal testo, attraversando zone di contemplazione sospesa, di distanza o apatia — che mettono in discussione la passività come risposta individuale al collasso ecologico — alternandole a episodi di maggiore intensità, rottura e squilibrio. Questi contrasti riflettono differenti modalità di reazione all’impotenza, alla rabbia o allo smarrimento che si possono provare di fronte a una realtà sistemica percepita come soverchiante. Attraverso questo dispositivo, Plier Plastique pour ciel non intende trasmettere un messaggio univoco sullo stato del mondo, ma rendere percepibile una pluralità di regimi percettivi: zone d’incertezza, nuclei di resistenza, stati di esaurimento. In gioco non è tanto un’emozione diretta, quanto una messa in vibrazione del linguaggio e del suono di fronte a una realtà instabile — un tentativo, attraverso il mezzo sonoro, di far emergere forme di percezione discontinua, in risonanza con le ambiguità che attraversano il nostro rapporto con il mondo naturale.

Arnau Gran I Romero

Il testo di Plier Plastique pour ciel

 

Visto da lontano,
dall’inquinamento infinito,
un ramo salito troppo in alto
sull’albero peggiorerà il suo caso.

Cetacei erranti
destinati ad arenarsi.
Ed è sempre con un certo
ritardo che dichiariamo
scientificamente la scomparsa.

Non avendo più osservato quella
specie da un tot di tempo,
a volte quindici anni.
Delle specie con i loro suoni,
anch’essi scomparsi.

un co- lo- re di- lu- via- no
in pic- chia- ta che
i nu- bi- fra- gi com- ple- ta- no
in pic- chia- ta

Domani come domani!
Come domani come!

Fuochi sulla terra il mare è arrossato da incendi mostruosi,
il mare straborda i porti
Smettere come fiamme sempre controllano lo spazio
che occupano le volte delle discariche.

Mari grintosi con cui confrontarsi
di cui si accelera la velocità di lettura
Battendo il record di mercurio di colpo fuoco alle polveri.

Fuo- chi in ter- ra
ma- re ros- so d’in- cen- di

Di danno in danno collaterali irreparabili alla colla incolore di questo maledetto e contorto secolo COME! da una preoccupazione DOMANI! un’altra irreparabile e collaterale Sì!

da un’inquietudine l’altra DOMANI COME DOMANI! ed è proprio sui muri che si leggono i gesti dove abbiamo finito per lasciare le nostre mani.

con questi sciami di parassiti che ridono delle insensate irrorazioni
niente di nuovo, le foglie non agitano più al vento altro che la loro apprensione
secolo entrato in collisione con continui pericoli
di falsa pista in falsa pista, niente di nuovo
contro i ridenti parassiti, le foglie lasciate
sole nella loro apprensione.

Se tanti discorsi mancano di azione si afflosciano
e si sfiniscono per un Danubio che ha disceso i
meandri che non scorrono da nessuna parte
non sono blu né è color jeans il vestito lavato con
acido del cielo DOMANI COME DOMANI! come il
verde il blu i polmoni senza la volontà di
resuscitare quando tante parole d’azione si
riducono, si assottigliano DOMANI! si
esauriscono sempre.

… vulnerabile…
… il pianeta blu …
… isolato …
… quel blu …
… vicino ai suoi confini …
… quasi in cima all’onda …

la luce svanisce,
le corolle esuberanti ancora una volta rivolte al cielo,
il cielo, sì,
perché c’è ancora

 


Dettagli

Data:
26 Ottobre
Ora:
6:30 pm - 8:30 pm
Categoria Evento:

Organizzatore

Spazio Polline – Stazione di Villapizzone

Luogo

Spazio Polline
Stazione Villapizzone del Passante Ferroviario
Milano, Milano 20156 Italy
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