Un venerdì apparentemente come tanti si trasforma per due ragazzi in un percorso di paura e dolore: senza una ragione se non la brutale paura del diverso, il sogno di Alberto e Cristian viene spezzato per sempre da un pestaggio, banale e letale, come solo il male sa essere.
Nel vortice di una perdita incomprensibile, insieme a Cristian, finiscono Charlotte, madre di Alberto, e Salvo, ispettore di polizia che raccoglie la testimonianza del superstite. La loro vita, dopo l’omicidio di Alberto, non sarà più la stessa.
Salvo, poliziotto che insegue l’ideale di rigore del padre ucciso dalla mafia, non capisce perché proprio questo crimine lo colpisca così intimamente, ma sente che dopo quell’interrogatorio qualcosa è irrimediabilmente cambiato. A Charlotte, la perdita del figlio sembra consegnare un futuro di desolazione e angoscia, aggravate dalla colpa di non essere stata in grado di opporsi a certi retaggi familiari: la tempesta travolge e spezza anche il legame con il marito. Infine, il mite e insicuro Cristian, perseguitato dai sensi di colpa per non aver saputo difendere il suo ragazzo, scivola in una spirale autodistruttiva.
Intorno a loro, il mondo sembra il vero mandante: l’humus che permette alla brutalità omofoba di dispiegarsi.
Dal chiacchiericcio volgare e retorico dell’opinione pubblica emergono le voci del Coro, testimone e narratore. Ispirate da poeti, drammaturghi e intellettuali di ogni epoca, le sue parole si librano su un registro più alto: distaccandosi dalla naturalezza del racconto, elevano la vicenda, restituendole un senso universale, che trascende tempo e luogo.
Come nella storia evangelica, al Venerdì Santo fa seguito una rinascita, una ripartenza vitale. Nella eterna lotta fra Eros e Thanatos, anche questo racconto ci ricorda che il vero motore della vita è il desiderio d’amore.
Drammaturgia di: Mauro Giaconi, Paola Grifo, Paolo Li Gioi – PMP Teatro Con: Mauro Giaconi, Paola Grifo, Paolo Li Gioi
Voci registrate: Valeria Ferretti
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